Cosa vedere a Palermo in un weekend

La Cattedrale, la Cappella Palatina, Piazza Pretoria e tutto il resto: ecco cosa visitare a Palermo in un weekend

Palermo è una città tipicamente mediterranea: nata attorno al suo porto, è da millenni un via-vai di persone e di popoli differenti, giunti per commerciare o conquistare una terra piena di ricchezze ed un tempo fertilissima (i Romani consideravano la Sicilia il granaio di Roma). Di questo mix di culture Palermo ha tenuto per sé il meglio, mescolando sapientemente gli ingredienti per creare una ricetta unica al mondo; proprio quando ha visto convivere genti molto diverse, la città ha raggiunto l’apice della bellezza: sto parlando della Palermo barocca in mano agli aragonesi-spagnoli e soprattutto la Palermo arabo-normanna (con grandi influenze bizantine), premiata giustamente con il riconoscimento Unesco. Se ci aggiungiamo il passaggio di Caravaggio che lasciò un solco profondissimo, il clima meraviglioso e la laboriosità degli artisti e degli artigiani siculi, oltre che la nostalgia per i tempi in cui la città era la capitale del Regno di Sicilia, si può comprendere benissimo l’anima della città.
Vieni con me tra le vie e i vicoli che ti mostro le sue grandissime bellezze: ecco cosa vedere a Palermo in un weekend!

– Info preliminari
– Giorno 1
– Giorno 2
– Giorno 3
– I dintorni
– Palermo e la mafia
– Conclusioni

Cosa vedere a Palermo in un weekend

Info preliminari

La bellezza barocca dei Quattro Canti, piazza emblema di Palermo
La bellezza barocca dei Quattro Canti, piazza emblema di Palermo

Che si arrivi in traghetto, con un lungo tragitto in auto o con un comodo aereo, Palermo è pronta ad accoglierti e stupirti subito. Sarà per le altissime palme che colpiscono l’attenzione o l’autostrada che costeggia il mare blu con le torri di avvistamento dei corsari che si susseguono, prima di imboccare un lungo vialone di palazzacci orrendi che non finisce più: la meraviglia e le cose brutte, Palermo è una città di grandi contrasti! L’aeroporto Falcone e Borsellino dista 50’ dal centro, con la grande variabile del traffico. Passato il monumento di Piazza Vittorio Veneto, all’improvviso la scena cambia totalmente: come se si fosse a teatro e cambiasse il fondale, dal cemento indiscriminato si passa ad un tratto ad eleganti palazzi, edifici storici ed uno stile coerente; del resto Palermo è un grande teatro a cielo aperto e non per niente qui sono nati i pupi siciliani! Proprio un teatro, il Politeama, apre il centro storico, un dedalo di stradine e vicoli tagliato in 4 quartieri da due grandi strade: la prima è la storica strada che dal porto portava al palazzo regio (e prima ancora all’Alcazar arabo, che ha dato il nome alla strada, il Cassaro come lo chiamano i Palermitani, ora Corso Vittorio Emanuele), la seconda invece una strada voluta a fine ‘500 dal viceré spagnolo da cui ha preso il nome – via Maqueda – dove sono sorti eleganti palazzi nobiliari per ostentare la loro ricchezza; in mezzo ci sono i Quattro Canti, una piazza che è il salotto della città con 4 palazzi barocchi identici e a dominare le statue giganti dei 4 re spagnoli dell’età moderna, da Carlo V a Filippo IV: una meraviglia! Prendere l’hotel nei dintorni è il modo migliore per girare la città.
Infiliamo le scarpe, prendiamo lo zaino: siamo pronti. Andiamo a visitare Palermo!

cosa visitare a Palermo in tre giorni

Giorno 1

Per visitare Palermo bisogna partire da Piazza Pretoria, il gioiello della città con le sue stupende statue
La meravigliosa bellezza di Piazza Pretoria, magnifica da ogni angolazione

Il Cassaro è l’arteria vitale di Palermo, dove sono disposti tutti i principali edifici cittadini e si possono raggiungere tutti gli altri del centro in pochi minuti. Si gira benissimo a piedi, anche perché dai Quattro Canti in su è zona pedonale.
Il punto di partenza obbligatorio per visitare Palermo è lì vicino: Piazza Pretoria, una monumentale fontana con tantissime statue pensata per un giardino fiorentino e ora in mezzo ad una piazza accanto a via Maqueda, rialzata rispetto alla strada in modo da essere ancor più imponente. Un cancello la preserva, ma davanti al Palazzo delle Aquile, sede del Comune, si può entrare e aggirarsi liberamente sui due livelli tra le decine di statue. A chiudere la piazza ci sono due palazzi, la chiesa di San Giuseppe dei teatini e la meravigliosa chiesa di Santa Caterina, con le loro cupole perfette per foto fantastiche. Proprio in quest’ultima continuiamo il tragitto: bisogna girare l’angolo arrivando in Piazza Bellini e salire la scalinata; il costo è 3€, ma sono ben spesi: Santa Caterina è stupenda, una delle chiese più belle di Palermo con i suoi marmi intarsiati di vari colori che decorano le colonne e le cappelle laterali, mentre putti in marmo e decorazioni sfarzose spuntano ovunque; in questo tripudio barocco esaltante ad attirare l’attenzione è l’abside con 5 stupendi candelabri di cristallo che calano magicamente dall’alto e soprattutto gli affreschi del soffitto e della cupola, con sfavillanti colori. Sulla cupola peraltro è possibile salire per un bel panorama su Piazza Pretoria e la città ad un costo aggiuntivo. Dall’ingresso invece si gode una bella vista su Piazza Bellini e i suoi capolavori architettonici: la chiesa di San Cataldo con le cupoline arabe di colore rosso che sembrano apparentemente uscite da un altro mondo e la Chiesa della Martorana. Questa è il primo di 7 siti patrimonio Unesco della città (più Monreale e Cefalù) che visitiamo: il campanile con le palme vicine in stile bizantino è la prima cosa che colpisce; l’interno poi ti rapisce! Ti accoglie un soffitto basso affrescato con storie sulla Gloria di Maria del XVI secolo che fa da contrasto all’oro dei mosaici bizantini della parte centrale, dove il tetto si alza e lo sguardo si perde tra i tasselli colorati che illustrano la vita di Cristo e disegnano gli Angeli e i santi. Un bosco di colonne sorreggono le volte arcuate, dividendo in modo geometrico gli ambienti e lasciandoti a bocca aperta man mano che si procede alla vista del soffitto successivo; aiutano anche i pavimenti, con le loro geometrie marmoree e ricchezza. I punti focali sono due: innanzi tutto l’abside, in stile barocco trionfante con marmi policromi a profusione e statue e stucchi che escono dalle pareti creando un effetto tridimensionale fantastico: anche nelle colonne i putti si affacciano per sorprenderti, come il magnifico tabernacolo in lapislazzuli. Altro punto focale è la cupola centrale, la più alta, con il Cristo che appare a figura intera e seduto sul trono, circondato dagli evangelisti e gli apostoli, tutti in uno sfondo dorato magnifico; le scritte in greco ricordano che le maestranze che eseguirono i mosaici erano bizantine, ma era facilmente intuibile: lo stile è proprio solenne!

La chiesa della Martorana è assolutamente da vedere visitando Palermo
La cupola dorata con il Cristo assiso in trono circondato da angeli della Martorana

Altro patrimonio Unesco è la attigua San Cataldo, che però era chiusa per pranzo. Peccato, ma non ci perdiamo d’animo e ci infiliamo sulla via che costeggia l’università e poi tra i vicoli frizzanti di vita: siamo a Ballarò, un vibrante mercato dove si possono annusare e comprare le specialità locali, con gente di tutte le nazionalità; del resto il quartiere dell’Albergheria era quello arabo!
Poco più in là c’è un altro capolavoro: la Casa Professa o Chiesa del Gesù, la chiesa gesuita della città; l’esterno spoglio dice poco, ma l’interno toglie il fiato! Marmi policromi ovunque, in prevalenza bianchi, neri e rossi che si fondono a stucchi bianchi e decorano le pareti, con putti, animali e angeli a profusione che animano ogni scena. La cosa che più mi ha colpito è che ogni colonna è differente e ogni lapide ha qualcosa che emerge e crea un effetto tridimensionale, come se desse una chiave di lettura all’intero disegno. Il soffitto invece non è così riccamente decorato, soprattutto all’ingresso dove nel 1943 cadde una bomba e quindi il grande dipinto è stato realizzato tra il 1954-56; con un occhio attento si possono notare ancora i danni nei marmi della prima parte dell’edificio. Oltre alle cappelle laterali, tutte ricchissime (tanto che sono difficili da fotografare perché non ci si riesce a concentrare su qualcosa per i troppi dettagli), la parte migliore la riserva l’abside con le storie bibliche: statue a grandezza naturale si stagliano in 2 scene (molto teatrali) con smalto di azzurro intenso per formare il cielo sullo sfondo e tanti putti (a grandezza naturale pure loro!) che assistono alle scene, decorando i fregi e le cornici delle scene. Insomma, una meraviglia da non perdere!

La Casa Professa e il suo barocco trionfante sono da vedere quando si visita Palermo in un weekend
I meravigliosi marmi intarsiati che coprono e decorano tutta la Casa Professa

Visto che adoro vedere le città dall’alto, mi reco alla vicina Torre di san Nicolò di Bari: la salita è semplice e Palermo ti appare con tutti i suoi contrasti: la meraviglia delle tante cupole accanto a palazzi abbandonati, squarci, vuoti e murales e poi palazzi moderni orrendi, le guglie della Cattedrale con dietro le montagne e l’azzurro del male dall’altra parte… In cima, vicino alla grande campana, c’è una scultura moderna che rappresenta Palermo inorridita e arrabbiata per la cattiva gestione; pare che l’artista la rimuoverà quando la situazione migliorerà… nel frattempo continua a rimanere lì! Comunque da qui la vista ti colpisce!!
Un’altra cose che colpisce di Palermo è lo streetfood, assolutamente da provare: piccoli chioschi sorgono ovunque e anche nei bar del centro si può prendere un panino da portar via con le loro specialità, tutto a pochissimo; ad esempio davanti alla Casa Professa mi son fatto consigliare il panino panelle e crocché: crocchette di patate che si sciolgono in bocca e un gustoso strato di farina di ceci fritto (le panelle appunto) dentro al panino… totale 1,50€! Se non basta si può accompagnare con un’arancina ripiena (di tutto ciò che si vuole): quelle di Ke Palle in via Maqueda sono fantastiche!
Il bello dei palermitani poi è che parlano tutti come Ficarra e Picone: quante volte mi sono girato i primi giorni pensando di averli vicini!!! Infatti i due comici ricalcano perfettamente i due accenti che si sentono in città: uno acuto con il finale a salire, come se ogni frase fosse interrogativa, l’altro che trascina le vocali rendendole lunghissime e la s “scivolosa”… Invece della parlata di Montalbano, con i verbi alla fine, nessuna traccia. Ma la particolarità è che il linguaggio siciliano utilizza aggettivi desueti, a volte astrusi: parole italiane che forse hai sentito nei Promessi Sposi o sul dizionario di latino e che nemmeno ti ricordavi potessero esistere, ma che loro usano come normalissime; questo è quello che pare più strano! L’insularità emerge anche in queste cose ed aggiunge fascino al passeggiare tra le vie della città.
Continuando a camminare, arrivo a un grande spiazzo su via Maqueda, con un’edicola liberty sotto un albero: poco più in là, l’imponente Teatro Massimo in stile neoclassico. È il 3º teatro più grande d’Europa e 1° in Italia e da non molto è stato riaperto dopo decenni. Il nome completo sarebbe Teatro Massimo Vittorio Emanuele, visto che “massimo” è un aggettivo generico per tutti i grandi teatri, ma in questo caso è rimasto indelebile. I due leoni davanti alla scalinata sono il simbolo della magnificenza che si può trovare dentro: legno dorato, una grande sala con poltroncine purpuree, fini decorazioni liberty e un immenso affresco sul soffitto della sala. In realtà me lo aspettavo più grande ancora e la guida ci spiega il “trucco”: il palcoscenico che sto calcando è tra i maggiori in circolazione, ma la sala è solo 1.381 posti, molti meno di altri teatri come La Scala; è il dietro le quinte e il soffitto del teatro che sono enormi… praticamente c’è più spazio dietro la scenografia che davanti! Sembra un’officina/falegnameria, visto che c’è un’ampia zona dedicata all’allestimento delle scene. Poi non bisogna parlare di soffitto, ma di più soffitti, almeno 6-7 che consentono di bilanciare i pesi di luci, quinte e scenografie che alza il tetto ben oltre lo sguardo dello spettatore…praticamente il doppio! Questo consente anche di avere un’ottima areazione, oltre a raggiungere un volume da record. La parte più bella è il palco reale, decoratissimo e sontuoso, che in realtà mai ospitò un re, visto che i Savoia non vinsero mai la loro diffidenza verso Palermo; però quei posti sono in vendita come poltroncine normali quindi chiunque può sentirsi un re per una sera! L’ho trovato davvero splendido.

Se ami la lirica, a Palermo non puoi perderti il Teatro Massimo
La magnificenza del Teatro Massimo in tutto il suo splendore

Il pomeriggio è lungo e va sfruttato. Risalendo lungo il Cassaro, sulla sinistra, c’è una piazza meravigliosa che sembra un set di un film: è Piazza Bologni, aperta dalla statua di uno smilzo Carlo V che fa ombra ai tavolini all’aperto nel gradevole clima palermitano e racchiusa da palazzi barocchi che portano tutto il segno dei loro anni, come le rughe di Meryl Streep… danno ancora più fascino! Questo è un ingrediente basilare per capire Palermo: è la nostalgia per i tempi in cui la città era la capitale del Regno di Sicilia, che si riflette nel carattere dei suoi abitanti e appunto nelle facciate decandenti e dimenticate dei palazzi signorili: balconi muti, facciate tristi con l’intonaco che si stacca, pietre annerite… Così è anche al centro della piazza il Palazzo Alliata di Villafranca, un gioiello da scoprire: una sontuosa dimora – in parte rimaneggiata dagli ultimi proprietari – che conserva ancora affreschi, decorazioni dorate e saloni pieni di stucchi magnifici nei soffitti; da non perdere assolutamente il “fumoir” (o sala del fumo) tutta completamente rivestita in pelle rossastra dove i signori si dedicavano all’ozio e la magistrale crocifissione di Van Dyck, maestro fiammingo che soggiornò a Palermo durante la Peste del ‘600 (e misteriosamente non lasciò la città mentre moriva 1/3 della popolazione).
Ultima tappa della giornata, sempre sul Cassaro, la Chiesa del Santissimo Salvatore, che appare risalendo sulla sinistra. La facciata non è appariscente, ma pure l’interno è molto rimaneggiato: tutta colpa delle bombe della guerra che hanno squarciato la cupola causando ingenti danni, come si può vedere appunto dalla cupola che è stata rimessa insieme come un puzzle ma con abbondanti spazi vuoti in cemento. Anche le pareti presentano gravi mutilazioni, ma l’abile restauro ha riportato l’aspetto molto simile a quello che era: una cosa molto intelligente è stata la ricostruzione di tutto il “nuovo” in semplice stucco bianco che contrasta coi marmi policromi (tra cui svetta quello nero) delle decorazioni originali che si possono apprezzare ancora bene in ampie sezioni; su tutte, la grande crocifissione di una delle cappelle con intarsi in marmi morbidi come un lenzuolo e a fianco putti che reggono simboli sulla gloria e il martirio. La chiesa peraltro è a pianta centrale e per l’ottima acustica si possono tenere concerti; altra particolarità è che dal lato esterno della chiesa si può accedere alla cupola per una vista meravigliosa del centro: sembra di avere Palermo ai propri piedi! Il Cassaro, sempre vivo, scorre infatti lì in basso e ti porta con lo sguardo verso il mare oppure alla Cattedrale, di cui pare di poter toccare le guglie! Passeggiando con la fantasia sopra ai tetti marroni e rossi, si arriva a tutte le cupole del centro e alle montagne che abbracciano la città: praticamente si visita Palermo tutta con lo sguardo!
Ritorniamo in strada e la luce comincia a calare: i lampioni si accendono e il cielo diventa di un blu elettrico. In due passi sono arrivato ormai alla Cattedrale che ogni minuto cambia colore, risplendendo sempre di più per i fari che la illuminano mentre le sue torri ancora toccano i raggi solari. Mi siedo in Piazza Sette Angeli ad ammirare questa meraviglia: ragazzi che si abbracciano e si baciano, turisti che si muovono oramai stanchi, palermitani seduti ai tavolini, con le stelle in alto che cominciano ad apparire…

Piazza Bologni sul Cassero è una meraviglia da non perdere visitando palermo in un weekend
L’ora blu in Piazza Bologni, con i lampioni che si accendono e la piazza piena di vita

Di notte Palermo è vivace come non mai. Sarà per il bel clima di fine ottobre, tantissima gente si riversa per strada attorno ai Quattro Canti e via Maqueda, per mangiare o solo passeggiare. Lo faccio anche io, per assaggiare questa atmosfera frizzante e viva…e ovviamente godermi lo streetfood cittadino, da buon palermitano (anche se solo per qualche giorno). Col buio la città diventa di un colore unico, come fosse un fumetto: il nero del cielo si mischia al giallo dei lampioni uniformando i colori degli oggetti, rendendoli così praticamente irriconoscibili; le ombre lunghe fanno il resto. Questo contrasto giallo-nero, tipico una volta, ma ora in via di estinzione coi led, rende ancor di più l’atmosfera della città affascinante, misteriosa e romantica!

cosa visitare a Palermo

Giorno 2

La Cappella Palatina, il più bel gioiello di Palermo!
La preziosa bellezza dei mosaici bizantini della Cappella Palatina

Se la prima giornata è stata piena, anche oggi non sarà da meno! La prima tappa, imperdibile quando si visita Palermo, è il Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina. Da secoli sono il cuore politico della città, dove gli Arabi costruirono il loro ‘Al Kasr (sopra le fortificazioni punico-fenicie) su una collina che svettava sul porto; convertito poi dai Normanni, nel corso dei secoli hanno mantenuto le linee arabe e gli influssi europei, mischiati alla forte influenza bizantina e per questo sono patrimonio Unesco. La meraviglia più grande è proprio la Cappella Palatina, un gioiello d’oro pieno di mosaici che rappresenta l’apice di questo mix di culture e influenze, come testimoniato dall’iscrizione in tre lingue (latino, greco e arabo) appena fuori. Questo è un esempio di come civiltà profondamente diverse tra loro – araba, normanna e bizantina – potessero convivere o influenzarsi in un periodo passato alla storia per le Crociate: gli scambi e i commerci invece portarono benefici ben maggiori rispetto a sparute guerre di avventurieri affamati di terre (con la religione come alibi) e dovrebbe far riflettere chi al giorno d’oggi ritiene che Arabi e Cristiani siano totalmente inconciliabili tra loro. Stuoli di angeli e santi, scritte in greco e le storie della Bibbia sullo sfondo d’oro decorano la Cappella, culminanti nei due Cristi – uno nell’abside e l’altro nella cupola principale – fulcro di ogni chiesa bizantina: però qui la pianta è basilicale, come le chiese occidentali, con colonne che dividono le strette navate. Era la chiesa del Palazzo Normanno (da lì il nome “palatina”) a sua volta costruito attorno a due grandi cortili in epoca spagnola che all’interno contiene stanze di varie epoche: si va da altre stanze normanne (come la Sala dei Venti e la Sala di Ruggero), a quelle aragonesi-spagnole come la Sala dei Viceré con i loro ritratti alle pareti, fino a quelle borboniche come la Sala Cinese e la magnifica Sala Pompeiana. Insomma, con pochi passi si fa un bel viaggio nel tempo!

Il Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina sono una delle tappe da non perdere per visitare Palermo in un weekend
Le favolose decorazione settecentesche della Sala Pompeiana di Palazzo dei Normanni

Lasciando l’imponente Palazzo, che si affaccia sulla verdissima Piazza Della Vittoria, prendiamo la strada sulla destra e a 100m troviamo un cancello che chiude un frondoso giardino esotico, un po’ abbandonato a se stesso; oltre si innalza San Giovanni degli Eremiti, chiesa e chiostro ormai spogli e in disuso, ma che con le sue cupoline arabe sono un simbolo della città. Come abbiamo visto già per San Cataldo, l’architettura araba ha lasciato tracce ancora visibili: del resto 2 secoli di dominazione non sono pochi e Palermo era diventata un’importante città islamica; il colore rosso usato per le cupole però è molto dubbio, visto che ne era rimasto solo una traccia e nell’800 questa piccola prova è stata usata per dipingerle tutte di rosso…. ma nel mondo arabo non esistono cupoline rosse! Però va detto che così hanno grande fascino, soprattutto qui che contrastano con il verde del giardino e l’azzurro del cielo! È altrettanto vero che spendere 6€ per vedere una minima traccia di affresco, una chiesa spoglia e un chiostro scoperto in mezzo a un giardino mi pare troppo!
Su di esso spicca un campanile, quello di San Giuseppe Cafasso, da cui si vede bene anche il vicino Palazzo e la più lontana Cattedrale: però sarà che è decentrato, sarà la scala strettissima e ballerina, saranno i soffitti bassi (per cui ti danno un caschetto per accedere)… non mi ha fatto una bella impressione. Solo la vista sulle cupoline rosse è fantastica!

Cerchi l'influenza araba a Palermo? Non perdere la chiesa di San Giovanni degli Eremiti
La fantastica vista delle cupoline rosse dal chiostro di San Giovanni degli Eremiti

È ora di pranzo e voglio mangiare qualcosa di tipico per questo torno ai Quattro Canti e mi immergo nella Vucciria, un altro mercato tipico dove si può comprare e mangiare di tutto, reso celebre dal dipinto di Guttuso; da Piazza San Domenico alle viuzze interne, ci sono tanti ristoranti o invitanti streetfood. Io prendo un mix di fritto (abbondantissimo) e poi un piatto di pasta con sarde e muddica atturrata, ovvero pan grattugiato e finocchietto; devo dire che ai primi bocconi è ottimo, ma poi stanca.
Lì vicino si innalza l’imponente chiesa di San Domenico, che domina la sua piazza con la sua facciata barocca bianca e gialla. Dall’800 è il Pantheon dei grandi Palermitani: qui è sepolto ad esempio Francesco Crispi; non poteva mancare Giovanni Falcone, che qui ha ricevuto l’ultimo saluto ed è sepolto in una tomba minimale, su cui sono posati messaggi di persone ispirate dalla sua grande figura. Per il resto nella chiesa domina il contrasto tra la semplicità delle volte e la ricchezza delle cappelle barocche volute dalle grandi famiglie della città.
Da un grande ordine medievale all’altro: attraversiamo il Cassaro e raggiungiamo l’affascinante Piazza di San Francesco d’Assisi, con l’omonima basilica: sono contenuti affreschi antichi e stucchi di Giacomo Serpotta raffiguranti le 10 virtù francescane, ma purtroppo è in corso una messa quindi esco quasi subito. Poco male, perché a fianco ci sono 2 meravigliosi oratori: a differenza del significato attuale, con “oratorio” a Palermo si indicava un luogo dove si ritrovavano persone laiche legate da una stessa passione (solitamente il culto per un santo) per discutere, riflettere e pregare; quindi a differenza delle chiese, dove l’attenzione deve concentrarsi verso l’abside e la volta, negli oratori le persone si sedevano in cerchio e quindi i luoghi erano abbelliti a 360º: per questo anche le pareti di ingresso sono molto curate! Non fa eccezione l’oratorio dell’Immacolatella, a due passi dalla chiesa di San Francesco, a cui si accede tramite una ripida scalinata: superato il ballatoio con iscrizioni in latino, si entra in una sala dove domina il bianco! Ad esaltarlo, cornici e decorazioni dorate (sempre in stucco), che definiscono gli spazi, le geometrie e sottolineano l’affresco centrale. Anche questa è opera dei Serpotta, una famiglia dedita alle decorazioni in stucco che operò in tutta la Sicilia: a differenza del costosissimo marmo, questa lavorazione era più veloce ed economica, quindi facilitò il tripudio barocco in molte chiese palermitane; così pure gli oratori che facevano collette tra i loro adepti potevano permettersi un capolavoro! Questo è opera di Procopio, l’ultimo della famiglia, che realizzò nel 1726 i medaglioni dei santi e dei padri della chiesa e le altre statue e putti; il suo tocco geniale è stato la realizzazione in stucco di alcune membra (le ali, un paio di gambe e un braccio) dei demoni dell’affresco centrale, che così “escono” dal dipinto e lo rendono tridimensionale: sembra di partecipare in prima persona all’assunzione di Maria in cielo! Bisogna scrutarlo bene per capire… perché non si crede ai propri occhi! Anche qui lo stucco aiuta: col pesante marmo sarebbe stato impossibile.

Visitando Palermo non bisogna perdere le opere in stucco della famiglia Serpotta
Il dettaglio dell’affresco del soffitto dell’oratorio dell’Immacolatella con le ali e le gambe dei demoni in stucco che emergono (fidati!)

Però l’oratorio più bello della città è certamente San Lorenzo, lì accanto, capolavoro di Giacomo Serpotta (il più grande della famiglia). Qui l’ordine consueto di lettura delle decorazioni di un oratorio si ribalta: non si va dalla porta all’abside, ma viceversa perché Giacomo le creò a partire dal quadro che già c’era nell’abside: La natività con i santi Francesco e Lorenzo di Caravaggio; quest’opera lasciò un solco profondissimo nell’arte di Palermo come dimostrano le tele caravaggesche presenti in tantissime chiese cittadine e anche il Serpotta volle omaggiarlo realizzando 8 teatrini con le storie di San Francesco e San Lorenzo e le statue allegoriche delle Virtù con chiara ispirazione berniniana. Tutto culmina nella tela, che assieme al tabernacolo è l’unico elemento colorato dell’oratorio: dai banchi intarsiati in legno in su domina un bianco etereo, paradisiaco… che meraviglia, sembra il set per una pubblicità di detersivi: più bianco non si può! Nei tanti putti sparsi esce il genio dell’autore: invece di scolpirli tutti uguali, rappresentano le espressioni tutte differenti mentre osservano le scene delle vite dei santi; sono bambini umanissimi: ci sono quelli che fanno i capricci, quelli che fanno scherzi, quelli che si meravigliano o si scandalizzano davanti ad un nudo! Un capolavoro nel capolavoro!! Peccato solo non averli potuti fotografare perché qui è severamente vietato. Ci sarebbe dovuto essere un’attenzione simile anche nel 1969, quando qualcuno entrò e si portò via la tela originale di Caravaggio: da allora è sparita, diventando la 2°opera d’arte più ricercata al mondo! Solo un paio di anni fa, grazie a fotografie in bianco e nero e analisi di altri suoi quadri, è stata realizzata la copia che si può vedere, che colma un minimo questo enorme vuoto; vuoto che è pure aumentato, perché in seguito sono state rubate anche diverse figure dei teatrini, lasciandone alcuni sguarniti e privi di senso. Uno stato d’animo di desolazione mi coglie pensando a tutti questi tesori, probabilmente persi per sempre.

L'Oratorio di San Lorenzo è un tesoro assolutamente scoprire per visitare Palermo in un weekend
C’è chi ruba quadri e statue… e chi ruba una foto nell’Oratorio di San Lorenzo

Per completare il “pomeriggio Serpottiano”, raggiungo la vicina chiesa della Gancia (o di Santa Maria degli Angeli): ma quante chiese fantastiche ci sono a Palermo? Questa è legata al convento dei frati minori osservanti, sotto influenza aragonese, e per questo l’interno è sobrio, coi classici candelabri che pendono; però le cappelle regalano piccole gioie e capolavori, come affreschi rinascimentali, dipinti o intarsi marmorei meravigliosi, tra cui compaiono scene bibliche. L’opera Serpottiana qui è nel transetto sinistro, con due putti e due magnifici angeli che reggono una cornice, elegantissimi. La chiesa è a passo da Piazza Marina, un triangolare spiazzo accanto alle mura ed al mare: attorno al ficus centenario pulsa vita a tutte le ore del giorno. Oltrepassando la Porta Felice, arrivo al porto mentre il cielo si dipinge dei colori pastello del tramonto tra le tranquille barche ormeggiate che fluttuano e le famiglie che passeggiano. La costa prosegue con una caletta dove mi soffermo ad osservare le onde: tutto è pulito e nuovo, forse deve essere ancora inaugurato… L’atmosfera è da favola.
Continuo a camminare all’esterno delle mura  e raggiungo un bar all’aperto: sebbene si stia facendo buio e sia autunno inoltrato, ordino una brioche con gelato. Come si fa a non amare la Sicilia!? Una morbida brioche che contiene una montagna di gelato per soli 3€, da gustare vista mare…

Una passeggiata lungo il porto di Palermo è una cosa da fare visitando la città
Il fantastico tramonto color pastello sul porto di Palermo

Quando è già calata la notte cerco un posto dove cenare: torno in Piazza San Francesco d’Assisi dove mi hanno consigliato la Focacceria San Francesco (proprio di fronte alla chiesa) ed è un edificio in stile liberty (molto spartano) che fa cucina popolare siciliana, tra cui il famoso pani ca’ meusa (panino con la milza): lo prendo subito e mi godo la vista della milza che soffrigge e poi viene strizzata per essere inserita nel panino per poi essere “maritata” con ricotta e trucioli di caciocavallo; devo dire che nonostante i caldi consigli ero un po’ scettico, ma invece il gusto è molto interessante! Ne prenderei un altro!!
Per digerire, non c’è cosa migliore di una passeggiata notturna sul Cassaro ad osservare la gente; il bello è che nel weekend anche la parte più bassa della via viene chiusa al traffico e vengono messi i tavolini sulla strada davanti ai vari ristoranti, quindi è possibile cenare sotto le stelle!

Palermo cosa vedere

Giorno 3

Le case e le ville liberty di Palermo sono una meraviglia della Sicilia
L’entrata di Villa Malfitano Whitaker

Abbiamo già visto tanto, ma c’è ancora tantissimo da vedere, a cominciare dalla Palermo Liberty che è un altro emblema della città al di fuori del centro. In particolare si trova nei nuovi quartieri realizzati nel primo Novecento, dove i ricchi hanno potuto edificare le proprie ville: Mondello, la Favorita e le colline che circondano la città, dove si estendevano i fantastici giardini che un tempo avevano reso famosa Palermo. Per vedere qualche villa approfitto di una intelligente iniziativa che ogni anno viene riproposta felicemente, le Vie dei Tesori, che apre le porte di luoghi solitamente inaccessibili oppure consente di visitarne tanti altri, tutti al modico prezzo di 1€: il problema maggiore è scegliere cosa visitare tra gli oltre 100 luoghi proposti! Anche le ville liberty son molte e io opto per Villa Whitaker Malfitano, una villa a due piani in un enorme giardino, dove si stagliano alcune piante enormi, con i rami lunghi almeno una decina di metri che sembrano labirinti ed altre piante esotiche; la villa, con entrate neoclassiche, all’interno è un tripudio di vetro e ferro battuto… puro stile liberty! Stile che si può ammirare nel vicinissimo Villino Florio, una casetta tra le prime opere liberty d’Italia somigliante ad un castello medievale che però è stata distrutta da un incendio doloso nel 1962: nel piano nobile si può ancora ammirare il camino e le travi originali del soffitto carbonizzate, assieme alla carta da pareti in stile floreale e i dettagli in legno: tutto è stato ricostruito usando foto d’epoca.

Le case e le ville liberty di Palermo sono una meraviglia della Sicilia: un trionfo di vetri, ferro battuto e decorazioni assolutamente da visitare
Il Villino Florio all’Olivuzza visto da fuori

Però del mobilio originale non c’è ovviamente nulla e le sale, di proprietà ora della provincia, sono quasi spoglie; di notevole c’è la vista dai finestroni e dal terrazzo superiore, che dava sull’immenso giardino che arrivava al mare (distante almeno 2km!!), ora desolatamente coperto da condomini e industrie dell’Olivuzza privi di ogni bellezza. Molto interessante anche la storia dei Florio, famiglia d’origine calabrese che si arricchì con il commercio del Marsala e le tonnare (famosa quella di Favignana) tanto da diventare tra le più importanti d’Italia (capito perché il giardino era così enorme?) e con la passione per le corse automobilistiche, tanto che istituirono la Targa Florio che tuttora esiste. Il capofamiglia Vincenzo era pure un donnaiolo per cui la casa prevedeva un’entrata dal retro per le varie accompagnatrici e c’era sempre una stanza a disposizione tra quelle dei servi, con la moglie invece relegata nelle sue stanze; anche la sala al pian terreno – dei giochi e del fumo – era proibita alle donne. Ovviamente non era l’unica dimora che avevano a Palermo: presso il porto c’è pure la Casa Florio all’Arenella (o dei 4 pizzi), anch’essa in stile liberty e visitabile con le vie dei Tesori, ma che non ho avuto il tempo di vedere.
Ma ci sono ancora tante zone di Palermo da esplorare! Camminando un po’ si arriva a Porta Carini con il mercato del Capo in cui mangio qualcosa al volo. Continuando per la via, dove il profumo di verdure si mischia a quello di residui pesce gettati per terra, si raggiunge sulla destra la sorprendente chiesa dell’Immacolata Concezione al Capo: ancora lampadari di cristalli, ancora statue e meravigliosi marmi policromi ovunque e stucchi, in armonia totale; qui però il colore che rimane impresso è il celeste degli smalti color lapislazzuli nei 4 altari laterali, che raffigurano preziosamente il cielo in paesaggi biblici ideali, con colonne tortili e pavimenti perfetti per prospettiva e dettagli realizzati con minuscoli frammenti di marmo. Tutto da ammirare con gli occhi e non a parole!

Ammira l'arte siciliana nelle chiese di Palermo come la chiesa dell'Immacolata concezione
Una delle 4 scene bibliche con paesaggi ideali in marmo intagliato e il cielo in smalto della chiesa dell’Immacolata concezione al Capo

Riprendendo la via sia arriva dietro la Cattedrale: da strade e vicoli tranquilli si ritorna in pieno Cassaro. Raggiungo i Quattro Canti e mi metto in coda per visitare Palazzo di Rudinì, che anche se abbandonato e molto rimaneggiato, offre una meravigliosa vista proprio sul Cassaro e via Maqueda: sono proprio sotto Filippo II!
Per concludere sulle Vie dei Tesori, è un’iniziativa davvero eccezionale perché permette di valorizzare patrimoni altrimenti inaccessibili e coinvolge guide preparatissime oppure i ragazzi delle scuole di Palermo, istruendoli bene e facendogli vincere la timidezza. Gli unici limiti sono gli orari a volte molto diversi l’uno dall’altro (e tenerne d’occhio e incastrarne 10-15 che ti interessano è difficile) e le code che si formano inevitabilmente in alcuni posti, che i ragazzi faticano a gestire e ti complicano i piani: mi è capitato di attendere almeno 2h e pensare a cosa avrei potuto vedere altrove in quel tempo. Del resto i palermitani hanno 5 weekend per l’iniziativa, tu solo quello!
C’era talmente tanto da ammirare che nei 3 giorni sono arrivato sempre lungo e non sono riuscito ad ammirare la Cattedrale dall’interno e soprattutto dai tetti, che mi han detto essere meravigliosi e io volevo godermi al tramonto. Mi sono davvero mangiato le mani, ma almeno ho un buon motivo per ritornare a Palermo! Lo stesso vale per Santa Cita e l’oratorio del Rosario di San Domenico, dove ci sono altri capolavori del Serpotta, o Palazzo Mirto e Palazzo Abatellis, probabilmente i due migliori musei della città. Ci sono troppe bellezze a Palermo per vederle tutte in un weekend!
Come ultima serata in città, me la voglio godere girando un po’ a zonzo per i vicoli del centro. Ammiro il calare della sera su piazza Pretoria, con i lampioni che prendono vita: è certamente il luogo che mi ha affascinato di più, ci sono passato ogni giorno! Poi mi avvio verso il Teatro Massimo e mi infilo in un vicolo di fronte tanto stretto quanto meraviglioso: è via dell’Orologio e un meraviglioso orologio della chiesa in fondo ti guarda dritto per tutto il percorso, facendo lo slalom tra tavoli di ristoranti, piante, gente che cammina… insomma, la solita pittoresca Palermo! Lo scorcio è da quadro! Infine mi perdo tra i vicoli, ammirando la gente e la vita siciliana. Che c’è di più bello?

Palermo cosa visitare

I dintorni: Monreale e Mondello

Monreale e il suo bellissimo Duomo pieno di mosaici bizantini patrimonio Unesco è da vedere in un weekend a Palermo
Il magnifico Cristo Pantocratore nell’abside del Duomo di Monreale… uno sguardo che lascia senza parole!

Finora ho parlato solo di Palermo città, ma ovviamente la bellezza è sparsa anche nei dintorni. Senza raggiungere Cefalù o San Vito lo Capo, ci sono due bellissimi luoghi vicini in cui ho trascorso la mia ultima giornata.
Cominciamo con Monreale, paese sui monti appena sopra Palermo, che in realtà meriterebbe un giorno intero. Lo si può raggiungere in autobus dalla fermata di Piazza Indipendenza, davanti al Palazzo dei Normanni. Va detto che gli orari sono prettamente indicativi, perché la puntualità non è di casa a Palermo e dopo mezz’ora mi spazientisco io, figuriamoci gli inglesi che ho a fianco: oggi non sono fortunato! Nonostante il viaggio in piedi e schiacciato, ne vale la pena: appena scesi si può godere un panorama su tutta Palermo e il mare di fronte… si respira libertà! Camminando in salita si entra in paese e poco dopo sulla sinistra ecco il Duomo; come gli altri edifici arabo-normanni, fuori non sono appariscenti, ma dentro si è circondati dall’oro delle tessere dei mosaici che ricoprono tutta la chiesa: angeli, santi, ma soprattutto le storie della Bibbia coprono interamente le navate come fossero un libro da leggere, fantastico in ogni dettaglio! E’ molto più grande di quanto sembrava fuori. La luce che entra in diagonale dalle finestre non consente gran foto, ma non importa: questa meraviglia rimane impressa nella mente! Il punto focale di tutte le attenzioni sta nell’abside, con il magnifico Cristo Pantocratore dal sapore orientale che ti fissa negli occhi; per la bellezza, la modernità, i colori, sembra sia stato realizzato ieri! Pagando 4€ è possibile ammirarlo da vicino osservando quanto è enorme visitando l’abside e la cappella Roano con i suoi marmi: bellissimo quello pavimentale con le storie bibliche di Giona mangiato dalla balena! Oltrepassando le due tombe dei re normanni, in fondo alla chiesa si può invece salire sui tetti: un camminamento inizialmente stretto che poi spalanca la vista sul chiostro e su tutta Palermo; qui si possono ammirare i ricami delle decorazioni arabeggianti, le tegole dai colori sgargianti e “spiare” i passanti dall’alto!

Che meraviglia il chiostro di Monreale visto dai tetti del Duomo!
La vista del chiostro di Monreale dai tetti del Duomo

Torniamo a terra, un ultimo sguardo al Cristo e poi usciamo proprio per visitare il chiostro: costa 6€, ma credo siano soldi ben spesi per cercare di ristrutturare questo luogo magico. Un labirinto di colonne decorate con frammenti di vetro colorati e capitelli scolpiti nel marmo con le storie testamentarie ti lasceranno senza parole: sono tutte diverse! Peccato che alcune siano danneggiate e altre abbiano bisogno di restauri e pulizia, ma l’incantesimo di questo luogo è massimo! Si può immaginare il silenzio mentre i frati pregavano o passeggiavano…
Monreale ha altre bellezze, ma ci attende un’altra destinazione: Mondello! Da qui però arrivarci è complicato: bisogna tornare a Palermo, andare allo stadio e da lì prendere uno dei due autobus per la meravigliosa spiaggia, sfiorando il Monte Pellegrino. A parole è facile, ma ci vogliono quasi 2 ore! Così sono già le 15 quando ci arrivo e la fame è enorme; per fortuna mi fermo davanti al Touring Café: gelati e torte (che sembrano deliziose) per la prossima volta, mi gusto un pranzo a buon mercato e una arancina non può mancare! Mi mancherà!
Mondello è un vecchio borgo di pescatori diventato poi nel Novecento una zona “in” di Palermo, con tanti edifici liberty costruiti attorno alla baia: il più famoso ovviamente è lo stabilimento balneare, ora appariscente ristorante che abbraccia la costa. Oggi tira vento e sulla spiaggia non c’è nessuno, ma nei giorni scorsi era tutto pieno! Solo qualcuno a cavallo passeggia e mi affianca mentre vado verso il borgo antico, aperto dalla torre rotonda: poi tantissime case colorate e piccole davanti al molo, con il lungomare moderno dove riposare a guardare il mare…già il profumo e la vista ti rilassa! Un vecchio pescatore in fondo al pontile muove stancamente la sua canna, ma senza fortuna, mentre bambini giocano a calcio nel piazzale spezzando un po’ la quiete. Solo qualche turista passeggia ciondolando la testa e scrutando di continuo il mare.

Mondello, la meravigliosa spiaggia di Palermo
La bellissima spiaggia di Mondello, tranquilla a fine ottobre

Insomma, vento a parte è una favola! Capisco perché è sempre affollato e lo descrivono come la fine del mondo: hanno ragione!
Peccato che il tempo voli: ho un aereo da prendere e conoscendo i tempi dei mezzi palermitani meglio partire con ampio margine. Torno in città, ultimi acquisti, prendo la valigia e via… Mi mancherai Palermo!

 

Palermo e la mafia

Ovviamente la mafia è una delle cose che vengono in mente quando si pensa di visitare Palermo e la Sicilia. Devo dire che qualche timore ce l’avevo anche io, ma in realtà non ho visto né percepito nulla: mi è sembrata una normalissima città, vivace e vivibile come ogni città portuale e mediterranea. Certo, passeggiando tra le vie si nota qualche lapide a ricordo dei morti per mano mafiosa: “Qui è caduto Tizio”, “Qua è terminata la lotta di Caio”, oltre al sentito omaggio alla tomba di Giovanni Falcone nella chiesa di San Domenico. Ma l’enorme murales al porto e la stessa intitolazione dell’aeroporto a Falcone e Borsellino mi sembrano il segno di una città che vuole scrollarsi di dosso quello stereotipo e cercare di mostrarsi al mondo per le bellezze che possiede.

 

Conclusioni:

Ho usato moltissime volte il termine “meraviglia” per indicare le bellezze di Palermo, ma non credo di aver esagerato: visitare Palermo è un’esperienza da fare, una cosa che consiglio assolutamente! Come spero di aver fatto capire, la città è piena di posti eccezionali, ma poi c’è tutto il contorno: un clima stupendo che consente di visitare la città in maniche corte anche in primavera e autunno inoltrato, specialità culinarie squisite e davvero a buon mercato, il fascino mediterraneo delle strade e dei palazzi e la nostalgica gloria passata che traspare ovunque… Infine ci sono loro, i Palermitani, persone fantastiche che girano per la città come attori consumati in un enorme teatro, con le loro espressioni tipiche, i loro sguardi intensi, la loro lingua affascinante.
Insomma… ci siamo capiti? È giunto il momento di fare le valigie! 😉

Un ringraziamento a Rosi (su Instagram @blq74) per le preziose indicazioni.

 

Spero che il mio articolo ti possa essere utile. Fammi sapere che ne pensi lasciando un commento e seguimi sui miei canali social 🙂

 

Ecco altre foto del mio weekend:

Il teatro Politeama è da vedere visitando Palermo in un weekend
Il teatro Politeama apre il centro storico di Palermo
La chiesa di Santa Caterina è da vedere visitando Palermo in un weekend
Il magnifico affresco della volta della chiesa di Santa Caterina
La chiesa di Santa Caterina è da vedere visitando Palermo in un weekend
I meravigliosi marmi policromi di Santa Caterina
La chiesa della Martorana è assolutamente da vedere visitando Palermo in un weekend
Il campanile in stile bizantino della Martorana
La chiesa della Martorana è assolutamente da vedere visitando Palermo in un weekend
Gli affreschi barocchi all’ingresso della chiesa della Martorana
La chiesa della Martorana è assolutamente da vedere visitando Palermo in un weekend
Uno stupendo angelo in mosaico nella chiesa della Martorana
La chiesa della Martorana è assolutamente da vedere visitando Palermo in un weekend
La stupenda vista di Piazza Bellini con la Martorana dietro
Un salto al mercato di Ballarò è da fare visitando Palermo in un weekend
Il vibrante mercato di Ballarò
La Casa Professa e il suo barocco trionfante sono da vedere quando si visita Palermo in un weekend
Le meravigliose cappelle laterali della Casa Professa
Appassionato di arte barocca? Non puoi perderti Palermo e i suoi marmi e statue di Procopio Serpotta
Achab, la moglie Gezabele e la vigna di Nabot di Izreel nell’abside della Casa Professa
Palermo dall'alto è una meraviglia da vedere quando si visita la città in un weekend
La scultura di Palermo arrabbiata sulla Torre di San Nicolò di Bari
Panelle e crocché e lo stretfood meraviglioso di Palermo
Panelle e crocché e lo stretfood palermitano
Palermo dall'alto è una meraviglia da vedere quando si visita la città in un weekend
…non può mancare un’arancina!
Il Teatro Massimo è una meraviglia da vedere quando si visita la città in un weekend
Il Teatro Massimo visto da fuori
Il Palazzo Alliata di Villafranca è una delle grandi bellezze da scoprire a Palermo in un weekend
Le favolose sale del Palazzo Alliata di Villafranca
La chiesa del Santissimo Salvatore è una delle grandi bellezze da scoprire a Palermo in un weekend
La Crocifissione scolpita è una delle poche parti rimaste intatte della Chiesa del SS Salvatore
La chiesa del Santissimo Salvatore è una delle grandi bellezze da scoprire a Palermo in un weekend
La vista dalla cupola del SS Salvatore, con il Cassaro e le guglie della cattedrale
La chiesa del Santissimo Salvatore è una delle grandi bellezze da scoprire a Palermo in un weekend
La vista dal SS Salvatore con la distesa di tetti di Palermo
La vivacità della gente è una delle grandi bellezze da scoprire a Palermo in un weekend
Street photography per le vie di Palermo davanti alla cattedrale
La vivacità della gente è una delle grandi bellezze da scoprire a Palermo in un weekend
L’affascinante luce gialla di Palermo notturna… da fumetto!
Il Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina sono una delle tappe da non perdere per visitare Palermo in un weekend
Le decorazioni bibliche sulle pareti della Cappella Palatina
Il Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina sono una delle tappe da non perdere per visitare Palermo in un weekend
Una vista della Sala dei Venti di Palazzo dei Normanni
Il Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina sono una delle tappe da non perdere per visitare Palermo in un weekend
La sala dei Viceré di Palazzo dei Normanni
I siti unesco della Palermo Arabonormanna sono da non perdere per visitare Palermo in un weekend
L’interno delle cupoline rosse di San Giovanni degli Eremiti
I siti unesco della Palermo Arabonormanna sono da non perdere per visitare Palermo in un weekend
Il panorama dal campanile di San Giuseppe Cafasso
I siti unesco della Palermo Arabonormanna sono da non perdere per visitare Palermo in un weekend
Una vista delle pittoresche vie di Palermo
La cucina palermitana è sicuramente di alto livello e da provare!
La pasta con sarde e muddica atturrata mangiata alla Vucciria
La Chiesa di San Domenico è una delle tappe per un ottimo tour di Palermo
L’esuberante facciata barocca della chiesa di San Domenico
La Chiesa di San Domenico è una delle tappe per un ottimo tour di Palermo
Una delle tombe degli uomini più illustri di Palermo in San Domenico
Le chiese e gli oratori di Palermo sono una meraviglia della Sicilia
Il trionfo barocco dell’assunzione della Vergine dell’Oratorio dell’Immacolatella
Le chiese e gli oratori di Palermo sono una meraviglia della Sicilia
I marmi policromi della Gancia
Le chiese e gli oratori di Palermo sono una meraviglia della Sicilia
L’elegantissimo angelo serpottiano della Gancia
Palermo e la sua cucina sono una meraviglia della Sicilia
La brioche al gelato dopo il tramonto a fine ottobre: solo a Palermo!
La cucina di Palermo è una meraviglia della Sicilia
Il pani ca’ meusa (sulla destra) della Focacceria San Francesco
Le case e le ville liberty di Palermo sono una meraviglia della Sicilia
Le decorazioni liberty all’interno del Villino Florio
Le chiese e gli oratori di Palermo sono una meraviglia della Sicilia
Un particolare della chiesa dell’Immacolata Concezione al Capo
Le palazzi barocchi di Palermo sono una meraviglia della Sicilia
La statua di Filippo II vista dal balcone di Palazzo di Rudinì
I palazzi barocchi di Palermo sono una meraviglia della Sicilia: un trionfo di decorazioni
La vista di via Maqueda dal Palazzo di Rudinì
Piazza Pretoria, da vedere quando si visita Palermo
L’oscurità cala su Piazza Pretoria e le sue statue
La pittoresca via dell'Orologio con i tavolini per strada
La pittoresca via dell’Orologio con i tavolini per strada
La vista di Palermo e del mare dai tetti del Duomo di Monreale
La vista di Palermo e del mare dai tetti del Duomo di Monreale
Il Duomo e il chiostro di Monreale sono da vedere visitando Palermo in un weekend!
La fantastica vista della torre del Duomo di Monreale dal chiostro
Ammirare lo stile liberty di Palermo e Mondello
Il bellissimo stabilimento balneare di Mondello, icona del posto
La sola vista di Mondello ti rilassa
La vista rilassante del borgo di Mondello